giovedì 20 settembre 2012

Fare i conti con le nostre ferite



In uno dei suoi ultimi libri, dal titolo "Cosa fare delle nostre ferite? La fiducia e l'accettazione dell'altro" edizioni Erickson, Michela Marzano ci regala ancora una volta sassolini di riflessione sul mondo contemporaneo e sulle sue distorsioni.
Ciò che mi ha particolarmente colpito, è come sia diventato prioritario mostrare al mondo la padronanza di se stessi, poichè sembra che solo attraverso di essa si possa dire di essere autonomi e indipendenti. E questa padronanza di se stessi passa attraverso il controllo del corpo, attraverso la sua cura ossessiva, imbrigliandolo in schemi affinchè possa essere dimenticato.
La corporeità, insomma, è la misura di quanto un soggetto sia socialmente "riuscito"; non più il pensiero, la capacità critica. Il corpo, che è limite, costituisce il vero terreno di battaglia contemporaneo: rifiutandolo per ciò che è, cercando di modificarlo continuamente e di farlo diventare il più possibile simile ad altri corpi. E tutto questo "non si effettua più in nome della verità o della virtù, bensì in nome del potere e della libertà". Lo scopo finale di questa operazione è liberarsi della finitudine, non essere più obbligati ad ascoltare le costrizioni, le debolezze del corpo.
Ma in tutto questo controllo ossessivo di ciò che appare, viene lasciato in secondo piano, viene dimenticato, ciò che l'uomo è. E in ciò, vengono dimenticate anche le ferite, che come in passato, altrettanto oggi sono ben presenti all'interno di ciascuno, in misura più o meno consistente.
Sembra che queste debbano essere cancellate il più in fretta possibile, rifiutate dal soggetto stesso che le porta, pena l'esclusione sociale. 
Ma che società è quella che non riesce ad accettare "la vulnerabilità degli esseri umani? Perchè è così difficile riuscire a <<fare qualcosa>> delle nostre ferite?"
Si può veramente comprendere una persona senza considerare le sue fragilità, i suoi limiti? E' davvero un bene voler dimenticare la dimensione della finitudine per apparire sempre forti e pienamente in grado di auto-controllarsi?

Nessun commento:

Posta un commento